Vi incollo la versione integrale dell'editoriale di "Opera al rosso", l'ultimo numero de L'Insonne.
Mi sono tolto qualche sassolino dalla scarpa e ora che le palle sono ferme ho potuto dire la mia verità.
Buona lettura.
L’Insonne è stata l’esperienza editoriale più importante della mia vita. Avevo ventitré anni, quando un sogno concepito con Andrea J. Polidori prese vita nelle edicole italiane. All’epoca non c’erano eroine al femminile ed era impensabile ambientare una serie in Italia. Oggi, tanti, troppi anni dopo, mi rendo conto che quelle scelte sono servite da apripista per molte serie a fumetti che sono tutt’oggi in edicola. In edicola, però, Desdemona non c’è più. Forse non siamo stati così bravi, dunque. C’è chi nutre per questa serie una “profonda allergia”, c’è chi invece la ama alla follia e spende centinaia di euro per acquistare gli albi speciali. Comunque, con o senza le edicole, questa miniserie de L’Insonne è arrivata all’epilogo. Però, prima di abbassare il sipario, qualche sassolino dalla scarpa voglio togliermelo. È bene che i lettori sappiano. L’Insonne viene pubblicata nel 1994 per un piccolo editore romano che fallisce dopo pochi mesi. Spariscono con lui anche le copertine di Marco Nizzoli e molte tavole originali, alcune mai pagate. Per un fenomeno assai misterioso tutto questo materiale ricompare su eBay nel 2005, quando la serie riprende per la Free Books. La casa editrice di Città di Castello voleva una serie a fumetti di taglio bonelliano, tradizionale, poi, con l’arrivo di Andrea Materia le cose cambiarono. Andrea non voleva pubblicare L’Insonne. Ci fece una guerra spietata che mi tolse il sonno per diversi giorni. Dopo un bel po’ di contrattazione, disse che avrebbe accettato il personaggio solo se avessimo puntato sugli aspetti “magici” della serie, che non voleva dire soltanto i temi trattati, a cui sono particolarmente appassionato, ma anche alle caratteristiche stesse del personaggio. Desdemona doveva diventare più “super”. Per questo introdussi la faccenda magica delle “figlie della luna”, avendo bene in testa l’epilogo che state per leggere. Non aggiungo altro per non rovinarvi la sorpresa.
Da pochi anni, la serie è stata rilevata dalle Edizioni Arcadia dell’amico Mario Taccolini, forse perché quindici anni fa, quando faceva una fanzine dal titolo “Nuvole”, mi disse scherzando che un giorno l’avrebbe pubblicata lui. Siccome Mario è un uomo di parola, eccoci qui, insieme, a scrivere la parola fine. Ma questa è davvero l’ultima puntata? Chi può dirlo? Desdemona ha più vite di un gatto e negli anni lo ha dimostrato. Chiudere la bocca a questa ragazzaccia è davvero difficile. Certo è che mi piacerebbe rivederla in edicola, lo ammetto, oppure in volumi prestigiosi nelle librerie di varia. Il futuro, comunque, è un’ipotesi.
Dedico questo ultimo albo alla piccola Sofia Polidori, che da grande leggerà con curiosità le fantasie disegnate di suo papà e di quello strano signore che molti chiamano DiBe.
Grazie a tutti. A tutti, indistintamente. Agli editori che ci hanno pubblicato e spesso maltrattato, ai distributori che non distribuivano e che rimandavano in casa editrice gli scatoloni ancora con i sigilli. A tutti i disegnatori che si sono alternati con passione, a quelli che ci hanno salutato per abbracciare il successo di grandi palcoscenici internazionali e a quelli che avevano bisogno, più che di un editor, di uno psicologo. Grazie agli sceneggiatori, soprattutto per avermi sopportato. Grazie ai lettori. No, non posso nominarvi tutti, ma vi ringrazio di cuore. Voi che avete accolto L’Insonne nelle vostre vite e che siete entrati prepotentemente nella mia. Grazie per tutta la gioia che mi avete dato, grazie per il pieno di energia che faccio a ogni mail che arriva e ogni volta che leggo un commento su un forum o sul blog. Non importa che sia crudele o bellissimo, va sempre bene, perché le vostre anime sono la luce che illumina la notte de L’Insonne.
Giuseppe Di Bernardo
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