Tutto inizia con la visita di una coppia di miei amici in un negozio di arredamento alle porte di Roma.
Il negozio vende cucine e complementi d'arredo di vario tipo e, come si fa spesso in coppia quando si deve arredare un appartamento, i miei compari si sono messi a dare un'occhiata anche al resto del negozio. Vedi mai che ci sia qualcosa di carino!
Ad un certo punto, vista la professione della coppia, la loro attenzione è stata attratta da un pannello di grandi dimensioni a tema “fumettistico”.
Sul pannello, il volto del noto indagatore dell'incubo faceva bella mostra di sé, e visto che non stava ammazzando zombie o vampiri, l'old boy era intento nell'altra attività che lo ha reso celebre. Lumacare.
Dylan Dog è abbracciato teneramente ad una ragazza, e fin qui nulla di strano, ma quando i miei amici hanno realizzato chi fosse la ragazza avvinghiata, sono sobbalzati.
“Cappero, ma quella è Desdemona!”
Finita la visita al negozio, gli amici mi hanno telefonato chiedendomi lumi.
“Sì, quella illustrazione è mia, ma non so nulla di questi pannelli. Cacchio, l'immagine è stata riprodotta senza il mio consenso!”
Il disegno era stato commissionato nel 1995 dalla rivista “Dime Press” e rappresentava un ipotetico incontro tra Dylan Dog e Desdemona Metus, “L'Insonne”. Un incontro improbabile ma che, nella mente dei lettori (e nella mia) è capitato più di una volta.
L'illustrazione a matita è del sottoscritto, la china invece è di Jacopo Brandi, che detiene l'originale.
Prezzo del pannello di 408,00€ poi scontato a 285,60€.
Quindi, cos'è successo?
E' successo che l'autore del pannello, in una fregola da pop art “de noartri”, ha rimediato in rete questa illustrazione, l'ha rielaborata un po' come farebbe uno studente della Comics strafatto di crack, e ne ha realizzato una linea di pannelli.
Ho esaminato il disegno accuratamente e sono arrivato alla conclusione che l'opera originale è stata probabilmente ricalcata, oppure ripassato con mano insicura. Da notare il fatto che sono stati tolti gli orecchini di Desdemona.
Questo apre una questione: si tratta comunque di plagio oppure no?
Ve lo chiedo, cari lettori, proprio nei giorni in cui Fumettoville si arrovella, si scontra e si divide su questioni di ricalco e copiatura tra autori.
E chissà cosa avrà da dire la Sergio Bonelli Editore quando scoprirà che il nome di Dylan Dog viene usato a scopi commerciali. Se fosse capitato alla casa editrice di Diabolik, L'Astorina, sarebbe partita subito la lettera dell'avvocato, perché sono giustamente attentissimi a proteggere il valore del loro marchio. Per non parlare di quello che gli avrebbe fatto la Disney.
Ai miei occhi questo è un mezzo furto, o forse un furto tutto intero. E' come se, in un negozio di arredamento, avessi rubato un comodino, lo avessi pittato di rosso vermiglio a pallini gialli e lo avessi rivenduto per mio.
Converrete che non si fa così.
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